Finestrini al Plasma
L’autobus è una sorta di limousine del popolo. Certo. C’è il caldo, le signore con le buste, l’affollamento, quell’umanità non sempre profumata e civile con cui devi dividere il viaggio, ma hai comunque un autista che in cambio ti restituisce la libertà dello sguardo: occhi con cui frugare gli altri, i vicini, chi sale e chi scende, come in un rosario cittadino che si snocciola a ogni fermata animata di vetrine, passanti, insegne, mendicanti, perdigiorno, operai al lavoro.
In quest’ottica, e “ottica” è il termine giusto, da mezzo di locomozione quasi anacronistico, il pullman diventa mezzo d’avanguardia neorealista e resistenza: lo dimostra la potenza e bellezza di questo progetto, che nella sua semplicità quasi banale, ha però il guizzo del salmone che risale controcorrente: c’è un fotografo che si apposta sugli autobus e fa quello che tutti dovrebbero fare, cioè non si annichilisce al cellulare ma guarda gli altri accanto a sé. Che spesso hanno anch’essi occhi chiusi, sguardi persi, pensieri altrove. E c’è tanta poesia in questi scatti che provano a rubare scorci di quegli altrove sempre più rari.
C’è poesia nell’ostinarsi a ritrarre gli altri in quest’era di selfie e indifferenza. C’è poesia nel titolo del progetto che gioca a rimescolare il senso delle cose: “Finestrini al plasma”. Dove il plasma non è una tecnologica televisiva ma il buon vecchio fluido che scorre ancora caldo nelle vene, a distinguere le persone vive dalle loro immagini virtuali. Non è retorica, mi piacerebbe lo fosse, ma temo sia purtroppo verità: si coglie più vita in ciascuna di queste foto immobili che nei mille video di youtubers che girano al ritmo di milioni di visualizzazioni, numeri che sono spesso enormi contatori di non vite, di esistenze ipnotizzate.
C’è gratitudine nel fotografo che non compare, sta dietro l’obiettivo allo scopo non di augurarsi ammirazione ed emulazione per sé stesso, bensì che ci si appropri della sua poetica: l’unico invito all’imitazione è: fate come lui! Uscite da qui! Andate a portare a spasso i vostri occhi in cerca di bellezza a portata di sensi, lungo le vie del mondo.
Andrea Melis Parolaio